La Biodinamica

La Natura è un Intero, un Tutto, da tutte le parti agiscono forze.
Rudolf Steiner


Nel 1924, durante una serie di conferenze rivolte agli agricoltori di Koberwitz, in Polonia, Rudolf Steiner pose le basi per l'agricoltura biodinamica e la comprensione antroposofica della natura.

Questo approccio cerca di rendere comprensibili gli aspetti spirituali e mentali, così come gli influssi energetici, e propone tecniche che possono trovare un’applicazione pratica nelle coltivazioni agricole. 

La decisione di mettere in pratica le idee della biodinamica nella nostra realtà era, ed è, un processo, che trova inizio nella vigna stessa. Qui troviamo materia in forma di vite e terra, a cui si uniscono idee e ideali del viticoltore, oltre al suo amore per la natura; nella vigna si combinano quindi materia e spirito, con lo scopo di supportare la fecondità della natura. 

Proprio all’inizio del suo corso agli agricoltori, Rudolf Steiner esaminò la questione dei ritmi presenti fra terra e cosmo, e la loro fondamentale importanza in un'agricoltura che tenga conto di spiritualità e umanità.
Questa priorità ci colpì particolarmente: nella vigna, infatti, si possono riscontrare molti eventi che si presentano in modo ritmico e che non trovano evidenti spiegazioni nella conoscenza, a volte un po' “rigida”, acquisita con lo studio. Da qui decidemmo di approfondire la lettura del corso agricolo steineriano e, incuriositi dalle tecniche suggerite, abbiamo cominciato a portarle nella nostra esperienza. 

Il nostro lavoro quotidiano di viticoltori ci sensibilizza nella nostra relazione con la pianta e con il suolo nel contesto naturale circostante, e ci impone inevitabilmente un confronto critico con il nostro agire.
È affascinante osservare i numerosi processi e le reazioni biologiche, biochimiche e fisiche che avvengono quotidianamente nella vigna, e suscita grande stupore scoprire che tutto è interconnesso e che in realtà deve essere considerato come un unico organismo vivente. 

Ogni azione, ogni avvenimento naturale, ogni intervento pratico del viticoltore provoca conseguenze sul tutto, e infine quindi anche sulla qualità del vino e sul benessere dell'uomo. 

In fondo la chiave dell'antroposofia sta nel considerare l'azienda agricola come un organismo unico, senza però perdere d'occhio le sue singole parti. 
Nella coltivazione biodinamica della vite va quindi perseguita l’integrazione, tramite l'approccio olistico, di tutti gli aspetti della produzione del vino: dalla qualità del suolo alle caratteristiche date dalla posizione della vigna; dalla scelta della varietà di vite da piantare e del terreno adatto ad essa; dalla crescita di vite e uva alle difese nei confronti delle malattie, e così via, passando attraverso le migliaia di piccoli passi pratici e decisionali che ci porteranno all’istante decisivo dell'apertura della bottiglia.

La pianta

La vite, come ogni pianta, possiede secondo la visione antroposofica un corpo fisico, ovvero materiale, e un corpo eterico, superiore e spirituale, che porta in sé la vita.
Il corpo eterico nasce dall'interazione delle quattro forze eteriche formative, che definiscono in sequenze ritmiche l'organizzazione spazio-temporale della vite, e sono responsabili per lo sviluppo, la struttura e la degradazione della pianta. 

La polarità fra forze terrene e forze cosmiche forma un campo energetico in continuo mutamento, dove si innescano tutti i processi biologici, chimici e fisici che osserviamo in natura.
Anche i processi che favoriscono la qualità nell’organismo della vite vengono quindi stimolati e rinforzati dalla tensione fra forze cosmiche e terrene. 

Percepire queste polarità è un passo decisivo verso la comprensione, nel nostro caso, della vite. L'influsso terreno ha effetto soprattutto nei processi vegetativi che sviluppano sostanza, le forze cosmiche, invece, si manifestano nei processi generativi delle infiorescenze o dei frutti.

Le forze formative eteriche 

Le quattro forze formative, cosmiche e terrene, si oppongono in modo polare:

FORZE COSMICHE

FORZE TERRENE

Etere del calore

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Etere chimico

Etere della luce

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Etere della vita


Nel caso della vite, ciascuna forza contribuisce ad un aspetto preciso: 

  • L'etere della vita per la prima fase di sviluppo della formazione di sostanza, cioè la formazione delle gemme, dei germogli e delle foglie. Influenza quindi direttamente la resa dell'uva. 
  • L'etere della luce favorisce la formazione delle difese della vite contro i patogeni, gli insetti nocivi, ma anche contro eventi climatici, come per esempio le gelate, la grandine, la siccità, ecc. Favorisce anche la formazione della parete fogliare. 
  • L'etere chimico favorisce la riproduzione, cioè la formazione dei grappoli primordiali e dei semi. 
  • L'etere del calore ha effetto direttamente sulla formazione del sapore, dell'aroma e dei nutrienti, ed è decisivo per la qualità dell'uva. 

Il nostro scopo principale è raggiungere l’armonia nel vino, che può nascere solo dall'interazione equilibrata di tutte le quattro forze formative eteriche.
Con il nostro lavoro di coltivatori cerchiamo quindi di tenere in equilibrio queste forze ritmiche, cercando di controllare eventuali deviazioni della polarità degli eteri in opposizione.

Un paio di esempi pratici possono aiutarci nella comprensione di questo ragionamento:

Un etere della vita forte che si contrappone ad un etere della luce debole porta ad un aumento della formazione di sostanze nutritive e quindi a tralci rigogliosi e acini grandi, molto più vulnerabili agli attacchi fungini. Il viticoltore convenzionale intensifica i trattamenti con maggiori dosi di prodotti fitosanitari.
Il vignaiolo biodinamico, invece, rinforza al momento giusto l'etere della luce nella vigna tramite l'irrorazione del cornosilice (preparato 501), cercando in questo modo di ovviare allo squilibrio e di armonizzare le forze. 

Una preponderanza dell'etere chimico nei confronti dell'etere del calore provoca un aumento di acqua nell’acino, con una conseguente diminuzione del sapore e diluizione dell'aroma dell'uva e del vino. 
Se alcuni viticoltori potrebbero anche gioire per la maggiore resa, il nostro obiettivo rimane invece quello di raccogliere uva con una profondità aromatica eccezionale e al punto ottimale di maturità. Per riportare l'equilibrio verso l'etere del calore, trattiamo in tre giorni di frutto favorevoli con valeriana o camomilla, al fine di stimolare il processo di maturazione. 

I ritmi portano la vita 

Le quattro forze formative eteriche agiscono in modo ritmico.
Il nostro lavoro quotidiano viene determinato soprattutto dall’alternarsi costante di giorno e notte, delle stagioni e della luna.

Già nel 1918 Steiner disse in una conferenza: È ritmica la crescita di una foglia dopo l'altra nella pianta; è ritmica la disposizione dei petali, ritmiche sono tutte le disposizioni. È ritmica la comparsa della febbre durante una malattia che poi si ricalma; tutta la vita è ritmica. Il compenetrare dei ritmi naturali, questo sarà la vera scienza.
(o anche: L'essere pervaso dai ritmi della natura, questo sarà la vera scienza.) 

Per avvicinarsi all'essenza dei ritmi, per prima cosa, ci si può chiedere come si manifestano. Un ritmo si presenta sempre in un campo di tensione fra le polarità e ha un ruolo intercedente e di collegamento. È caratterizzato sempre da una capacità di adattamento elastico, e in questo si distingue fondamentalmente dal tempo (cadenza) nella tecnica, che è rigido, cioè morto. 

Walther Bühler (1978) commentò in proposito: “Senza la mediazione del ritmo l'idea del tutto, che sorge quasi sempre dai contrasti e vi è ancorata, non può manifestarsi completamente”.

Un ritmo quindi si rivela essere un filo conduttore fra l'essenza e l'apparizione, fra terra e cosmo, fra mente e materia. Possiamo quindi percepire i ritmi in tre modi: “In polarità ed equilibrio, nel costante rinnovamento, e nell'adattamento elastico” (Zeit und Rhythmus, Wilhelm Hoerner 1978).

La posizione del vigneto

Il paesaggio influenza le piante che vi crescono con effetti specifici ed evidenti.

In ogni vigna sono presenti diverse forme eteriche con forze differenti, determinate dalle condizioni geologiche, dall'inclinazione del pendio, dalla direzione dei filari, dall'altitudine e dalle condizioni macro-, meso- e microclimatiche.
Questo porta alla formazione di diversi fenotipi, a rese variabili, a una particolare formazione dei frutti e a specifiche composizioni aromatiche. 

La valutazione della posizione, quindi, offre l'opportunità di creare un ambiente armonico per le viti già prima dell'impianto della vigna, con adeguati interventi preparatori.

Gli elementi e l’influsso dei pianeti

I quattro elementi - fuoco, luce, acqua e terra - sono le manifestazioni fisiche delle forze eteriche, e possono avere diversi effetti sulle viti, caratterizzando la loro forma fenotipica, secondo la posizione della vigna.
Di seguito una classificazione dei quattro elementi e delle forze eteriche che vi agiscono:

Elementi 

Forze eteriche

Organi della pianta

Fuoco

Etere del calore

Frutto

Aria

Etere della luce

Fiore

Acqua

Etere chimico

Foglia

Terra

Etere della vita

Radice

Maria Thun pubblica ogni anno un calendario lunare che indica il passaggio della terra, della luna e del sole davanti alle costellazioni dello zodiaco durante l'anno.
Viene poi considerato anche il passaggio, ovvero la posizione, dei pianeti super- e subsolari, allo scopo di evidenziare le congiunzioni che si creano in un dato giorno e le conseguenti forze attive sulla crescita delle piante in quel momento. 

In lunghi anni di ricerca, Maria Thun ha studiato l'influsso dello zodiaco sulla crescita delle piante e ha osservato quali organi della pianta si sviluppano meglio sotto i diversi influssi planetari.

Ha potuto constatare, fondamentalmente, che certe costellazioni influenzano la crescita, il fenotipo e le caratteristiche delle piante, con un’azione particolarmente evidente sullo sviluppo dell'apparato radicale, della vitalità della pianta - nel nostro caso della vite - e la generale resistenza ai patogeni e agli influssi climatici avversi. 

La polarità fra le forze terrene e cosmiche si forma grazie ai differenti influssi dei pianeti del nostro sistema solare.
Steiner menziona in questo contesto Giove e Saturno tra i pianeti supersolari, e la luna tra quelli subsolari. Marte, Mercurio e Venere vengono indicati in entrambe le zone, e quindi vengono indicati come mutevoli.

I pianeti supersolari forniscono le forze eteriche della luce (Giove) e del calore (Saturno). L'influsso di Saturno sulla vite, efficace soprattutto con temperature piuttosto alte, favorisce la zona apicale, cioè la crescita longitudinale verso l'alto.
Le forze di Giove hanno bisogno di limpide giornate di sole, e rinforzano le difese della vite. 

I pianeti subsolari, invece, favoriscono l'etere chimico e l'etere della vita e tramite essi influenzano la flora e la fauna.

La luna

Un particolare significato per il lavoro in - e con - la natura, è da sempre riservato alla luna.
Le sue fasi sono sempre state osservate in agricoltura e in silvicoltura, in modo da individuare il momento più favorevole per diverse lavorazioni. L'esperienza radicata e i ripetuti e ripetibili risultati hanno fatto sì che questa buona prassi, applicata dalla semina o dall’impianto, attraverso gli interventi colturali specifici, fino al raccolto o al taglio del legname, sia stata tramandata da molte generazioni. 

La luna è l'unico pianeta che compie i suoi passaggi, davanti alle costellazioni dello zodiaco, esclusivamente nella zona subsolare.
Abbinata all'etere chimico, favorisce le forze riproduttive e ha un effetto vitalizzante sulla vite, sugli alberi da frutto e sull'inverdimento nella vigna.
L’influenza della sua azione è progressiva e quindi la sua forza vitalizzante aumenta man mano, dal novilunio al plenilunio.
Al tempo stesso può aumentare però anche la vulnerabilità della vite agli attacchi fungini, come la peronospora o l'oidio. Durante la luna piena il pericolo d'infezione è più grande, perciò i trattamenti profilattici poco prima della luna piena sono i più efficaci.
La luna calante, invece, sviluppa piuttosto forze devitalizzanti. 

Come mediatore delle forze presenti nello spazio planetario, la luna ha un ruolo significativo per il nostro lavoro quotidiano, in quanto, a seconda della posizione degli altri pianeti, aumenta o diminuisce il loro influsso plasmante sulla vita. 
La luna compie il suo passaggio davanti a tutte le costellazioni dello zodiaco (luna siderica) in 17,32 giorni; mentre, da plenilunio a plenilunio, il passaggio dura 29,53 giorni. Già soltanto grazie a questa differenza, la luna provoca ritmi diversi, che attivano in modo vario le rispettive forze, come ad esempio lo stimolo alla formazione delle foglie proveniente dal sole che si riflette nella luna piena.


I pianeti mutevoli

Marte, Venere e Mercurio cambiano, durante la loro orbita, la loro posizione fra la zona subsolare e la zona supersolare. 

Marte, abbinato all'etere chimico, influenza soprattutto la formazione di materia, e favorisce quindi la crescita delle foglie.
Venere e Mercurio meritano particolare attenzione da parte del viticoltore, perché entrambi influiscono sui processi che portano alla qualità.
Venere, abbinato all'etere della luce, favorisce la formazione del frutto e influenza la qualità e la quantità dei polifenoli, con un’azione positiva sulla longevità dell'uva e del vino.
Mercurio, che passa circa tre volte all'anno intorno al Sole, è abbinato all'etere del calore, e influenza pertanto i processi di formazione degli aromi e la maturazione dell'uva. 

Ad ogni giorno dell'anno possiamo quindi abbinare i relativi elementi e gli eteri attivi negli stessi. Il calendario che ne deriva, si rivela un prezioso aiuto per effettuare i nostri lavori quotidiani, sia in vigna che in cantina, nei giorni adatti, assecondando il ritmo universale della natura.

La prassi: trattamenti con i preparati e interventi colturali 

Un tempestivo trattamento delle viti aumenta le difese della pianta contro attacchi fungini e di parassiti e stimola le forze plasmanti. 
Considerando la comparsa e la proliferazione ritmica di certi parassiti, dobbiamo quindi indebolirli nella loro fase di sviluppo più critica con sostanze biologiche e biodinamiche, e allo stesso momento rafforzare la vite. 
Nella coltura biodinamica della vite abbiamo a disposizione soprattutto i preparati, fra i quali un ruolo decisivo è riservato a cornoletame (500) e cornosilice (501).
Le ragioni principali per il loro utilizzo sono:

  • salute del suolo 
  • miglioramento della fertilità del terreno 
  • produzione di uva di altissima qualità 
  • aumento delle difese della vite nelle coltivazioni

Qui una panoramica degli elementi salienti:

Preparato biodinamico

Tipo di etere

Uso terapeutico

Cornoletame (500) 

Etere della vita

Favorisce nello sviluppo vegetativo delle piante la crescita dell'apparato radicale e delle gemme/ rinforza le strutture eteriche indebolite

Corteccia di quercia (505)

Etere chimico

Come profilassi contro le malattie della pianta

Camomilla (503)

Etere del calore

Favorisce la formazione delle strutture più fini / si rapporta con il calcio 

Achillea (502)

Etere della luce

Ha una “forza irradiatrice straordinaria” e ha un effetto “vitalizzante e rinfrescante” 

Ortica (504)

Etere chimico

Favorisce la formazione dell'humus / regola l'irradiazione del ferro nella pianta 

Tarassaco (506)

Etere della luce

Regola la relazione fra silice e potassio nel terreno / favorisce la crescita della pianta verso l'alto 

Valeriana (507)

Etere del calore

Protegge contro il freddo: viene utilizzato preventivamente contro i danni da gelate / rafforza il processo di maturazione della pianta in annate piovose

Cornosilice (501)

Etere della luce

Aumenta le difese immunitarie, soprattutto nei confronti degli attacchi fungini/ favorisce il rapporto con le forze di luce

Fonte: jörgen Beckmann, Die Methode der Pflanzenregeneration von Martin und Georg W. Schmidt 

I preparati nella nostra esperienza

500 Cornoletame

  • aumento dell'attività microbiologica nel terreno;
  • forte aumento dell’attività faunistica;
  • migliore sviluppo del sistema radicale;
  • veloce miglioramento della porosità dei terreni pesanti;
  • aumento della formazione di humus e della capacità del terreno di immagazzinare acqua; 
  • viti più vitali e crescita equilibrata;
  • non si notano differenze nell’effetto dei trattamenti su terreni diversi.


501
Cornosilice

  • aumento della resistenza della pianta; 
  • miglioramento nella maturazione;
  • aumento della crescita longitudinale; 
  • il trattamento con silice dovrebbe sempre essere accompagnato da lavorazioni leggere di movimento del terreno, come la zappatura, che aumenta l'azione delle forze dello zodiaco, cioè provenienti dal cosmo profondo;
  • il momento scelto per il trattamento influenza la formazione di sostanza nella pianta e la resistenza di essa.

Silice e potassio devono stabilire un equilibrio fra di loro, perciò è importante tener sempre presente che i due preparati sono collegati. Un trattamento con cornoletame pone le fondamenta per l'efficacia del preparato di silice: solo insieme questi due preparati hanno un effetto armonizzante sulla vite. 
Gli altri preparati biodinamici hanno invece particolare efficacia nel compost, con cui concimiamo i nostri terreni.
Elemento molto importante per il nostro lavoro, un buon compost ravviva il terreno, cioè favorisce in modo significativo la struttura soffice e arricchisce l’humus e le sostanze umiche disponibili nel lungo periodo. 
Il compost fornisce inoltre una preziosa fonte di sostentamento per vari organismi, come i lombrichi, che creano nel terreno estesi capillari, lavorando ulteriormente il suolo e bilanciandone il rapporto aria-acqua, determinando un ambiente in perfetto equilibrio per lo sviluppo delle radici della vite.
 Ogni anno produciamo nuovo compost con i raspi dell’uva e le vinacce, biochar e letame di mucca, arricchendolo poi con le diverse preparazioni biodinamiche in funzione dell’effetto che ricerchiamo:

502
Achillea millefolia (Venere)

  • Nei processi biologici l'achillea agisce sulle eventuali debolezze della sfera astrale riportandola in equilibrio;
  • L’achillea per noi ha un importante utilizzo sia in biodinamica che come trattamento biologico;
  • Il preparato di achillea influenza in diversi modi l'approvvigionamento di potassio;
  • Solitamente aggiungiamo il preparato 502 al letame o, più raramente, anche al cornosilice.


503
Chamomilla (Mercurio)

  • Attraverso lo zolfo (in piccolissime entità) migliora l’azione del calcio, favorendo la formazione di strutture sia nel terreno che nella pianta;
  • Il preparato 503, che normalmente aggiungiamo al concime, aumenta la resistenza alle malformazioni della pianta.


504
Urtica dioica (Sole)

  • Il preparato 504, favorisce l'individualizzazione dei processi in habitat specifici, attiva la mobilitazione dei nutrienti e crea ordine;
  • Aggiunto al concime, migliora la struttura del terreno ed estrae ferro e azoto in eccesso;
  • In forma di infuso macerato a lungo, l’ortica caccia afidi e acari dalle piante.


505
Quercus robur (Marte)

  • Il preparato 505 agisce come armonizzante nei processi proliferanti (quali ad esempio gli attacchi fungini di Peronospora e Oidio) e fra le forze plasmanti e organizzanti, aumentando fondamentalmente la salute della vite;
  • La quercia contiene molto calcio e tannini, che hanno un’azione insetticida.


506
Taraxacum (Giove)

  • Il preparato 506 funge da legante tra i processi organici e la loro origine cosmica;
  • Il soffione del tarassaco è composto da cellule contenenti silice, che fanno di questa pianta un organo sensoriale per la luce.


507
Valeriana officinalis (Saturno)

  • Aggiungiamo il preparato 507 al cornoletame e ai preparati di silice quando si presentano influssi esterni dirompenti quali grandine o improvvisi attacchi di acari;
  • I fiori, che raccogliamo naturalmente in giorno fiore, vengono preparati in infuso con un rapporto di circa 0,5-1kg/ha, per poi lasciarli macerare per 1h;
  • In caso di danneggiamento delle viti, 20 minuti prima della fine della dinamizzazione, aggiungiamo alcune gocce di infuso al trattamento.

Tè, decotti, estratti: i nostri prodotti fitosanitari

Anche noi adoperiamo dei prodotti a scopo fitosanitario, che devono essere dati al momento giusto. Si tratta principalmente di tè, decotti e estratti.
Alcuni esempi:

Achillea millefolia
  • L’achillea migliora il trasporto delle sostanze assimilate, grazie ad un aumento della fotosintesi. Per questo motivo, sotto forma di infuso, viene aggiunta più volte ai trattamenti pre-fioritura e ai primi trattamenti dopo la fioritura;
  • 50gr/ha di prodotto essiccato vengono preparati come infuso, che dopo aver bollito per 30 minuti, viene lasciato a macerare;
  • L’infuso di achillea apporta potassio alla pianta e ne stimola i processi correlati. Ad esempio, il potassio, tramite la pressione osmotica e il turgore delle cellule, influenza il bilancio idrico della pianta, aumentando l'efficienza nell'utilizzo dell'acqua fino al 30%;
  • Il potassio ha inoltre un effetto sulla divisione cellulare e la crescita della pianta. In sinergia con i fito-ormoni gibberellina, citochinina e acetato indolico, stimola infatti la germinazione come anche la divisone e l'allungamento delle cellule, oltre alla crescita delle radici e dei germogli.


Equisetum arvense

  • Agisce come anticrittogamico.
  • Usiamo la tisana, che si prepara già qualche giorno prima del trattamento stesso. Normalmente utilizziamo 200gr di Equiseto per 30L di acqua bollente.
  • La tisana viene diluita con un rapporto di 10L per 500L di acqua.


Salix caprea, Salix viminalis, Salix triandra

  • Usiamo il salice (il vinco) per legare le viti.
  • Contiene molto acido salicilico e potrebbe avere un migliore effetto nei giorni di foglia/acqua. 
  • Lo utilizziamo soprattutto contro la peronospora, e per ridurre l'uso di rame. 
  • Può essere spruzzato insieme all'infuso di ortica. 
  • Come trattamento biologico usiamo circa 250gr/ha di Salice essiccato, che viene bollito in acqua calda, non oltre gli 80°C, per circa 30 min. 


Inula viscosa

  • Dopo la fioritura viene aggiunto al trattamento un decotto di Inula, efficace contro la peronospora. 
  • Contiene molti oli eterici come elenini, alantolattoni e altri lattoni sesquiterpenici.
  • È efficace contro batteri, funghi e vermi, sia nell’uomo che nella pianta.
  • Al momento il suo utilizzo è studiato e sperimentato anche in agricoltura biologica, come alternativa al rame. 
  • Usiamo le radici e le foglie della pianta. Mettiamo tutto in acqua fredda, che viene riscaldata fino a ebollizione, per poi essere spenta; l'infuso viene lasciato a macerare per circa 1h.


È nostra opinione che solo lavorando insieme alla natura, come qui descritto e nel lungo periodo, si possa arrivare a raccogliere uva di qualità autentica, materia prima indispensabile per raggiungere grandissimi risultati nel vino.